Ovunque nel mondo i cambiamenti climatici stanno infliggendo ferite sempre più profonde ad interi territori generando disastri devastanti che minacciano la vita di intere comunità e specie animali. In molte zone prolungati periodi di siccità sono seguiti da violente alluvioni, intere aree sono a rischio desertificazione mentre altre scompaiono sotto improvvise inondazioni o rose dall’innalzamento degli oceani. Questi fenomeni innescano carestie, provocano la morte di persone e animali, causano malnutrizione e denutrizione, soprattutto tra i più vulnerabili, i bambini, e spesso costringono intere comunità a migrare in cerca di condizioni di vita migliori.
In questo contesto critico il CISP svolge un ruolo cruciale lavorando instancabilmente per prevenire, mitigare e affrontare i disastri climatici in diverse parti del mondo e con particolare attenzione ad alcune regioni dell’Africa e dell’America Latina, dal Kenya all’Argentina, fino Mozambico, Ecuador, Malawi o Colombia. Si tratta di un lavoro importante, delicato e che va necessariamente costruito assieme alle comunità che vivono nelle regioni a rischio.
Nel cuore dinamico dell'America Latina, un brillante percorso di innovazione e resilienza ha preso il via nelle terre del Dipartimento di Quindío, in Colombia. Qui il CISP ha accompagnato l’impegno colombiano nello sviluppo istituzionale e nell'organizzazione per la prevenzione e l'assistenza in caso di disastri, attraverso l’implementazione di modelli operativi di risposta a eventi sismici e la formulazione di piani di emergenza, cruciali per migliorare la resilienza delle comunità alle catastrofi naturali. Oggi le comunità locali sono diventate più reattive e capaci di agire concretamente in caso di disastri.
Nel medesimo periodo, in Ecuador, il CISP si è distinto come pioniere della riduzione della vulnerabilità dopo il devastante impatto del Fenomeno del Niño sulla zona costiera. Un'azione mirata, che ha abbracciato formazioni di alto livello sia istituzionali che comunitarie, implementazione di Sistemi di Allerta Precoce all'avanguardia e il potenziamento dei meccanismi di monitoraggio delle minacce climatiche. Un vero e proprio balzo in avanti nell'assicurare la sicurezza delle comunità costiere.
In Argentina, un successo tangibile nel panorama della resilienza ha preso forma con il progetto Gran Chaco Resiliente. Questa particolare iniziativa sta brillando grazie al coinvolgimento attivo delle comunità indigene e delle autorità a livello municipale, provinciale e nazionale in aree specifiche. Il risultato? La costruzione partecipativa di una robusta rete comunitaria e istituzionale dedicata alla prevenzione e gestione del rischio, che unisce il meglio delle conoscenze tecniche dei sistemi scientifici all'avanguardia con le saggezze ancestrali della tradizione. Questo progetto ha fatto tesoro di mappe partecipative e tecniche ancestrali di previsione metereologica integrandole con maestria nel sistema nazionale di prevenzione e gestione del rischio. L'innovazione si è fusa con la saggezza millenaria, creando una sorprendente armonia tra modernità e tradizione. Il successo di Gran Chaco Resiliente è un elogio al potere della collaborazione e dell'innovazione, una dimostrazione concreta di come l'unione di antiche sapienze e tecnologie all'avanguardia possa plasmare un futuro di sicurezza e prosperità.
In Kenya il progetto REBUILD è tuttora al fianco delle comunità di Tana River, che vivono in zone aride e semi aride, dalle condizioni climatiche estreme. In collaborazione con TriM – Translate into Meaning, è stato strutturato un sistema di raccolta e analisi di dati meteoclimatici su base comunitaria. Diversamente dai sistemi tradizionali, il progetto fornisce una soluzione vicina alle comunità e informazioni comprensibili e immediatamente utilizzabili, che si trasformano in azioni concrete. Sono state installate dieci stazioni meteorologiche manuali e alcuni membri della comunità sono stati formati su raccolta, monitoraggio e gestione dei dati metereologici, in modo da fornire informazioni accurate e tempestive alle comunità. Anche qui, come avviene in America Latina, i dati scientifici sono integrati con le conoscenze tradizionali sull’andamento del clima per permettere alle comunità di prendere decisioni vitali per ridurre il rischio di disastri e prevenire fenomeni metereologici estremi. Un esempio concreto è la costante misurazione del livello dei fiumi, che rischiano di esondare a seguito di intensi periodi di pioggia. Monitorare l’informazione climatica permette alle comunità che vivono e occupano le zone attorno ai fiumi di prendere decisioni tempestive in caso di innalzamento dei livelli.
In Malawi, attraverso il progetto Smart Climate, il CISP si impegna nella protezione degli ecosistemi attorno a schemi di irrigazione che servono centinaia di piccoli agricoltori, con azioni di protezione degli argini e di riforestazione per evitare l’erosione dei terreni. Anche qui in collaborazione con TriM si raccolgono e diffondono in maniera rigorosa, capillare e tempestiva informazioni meteoclimatiche a livello comunitario, contribuendo alle decisioni degli agricoltori sulle tempistiche, le qualità e la tipologia di coltivazioni de realizzare.
In Mozambico il CISP lavora sui sistemi collettivi di allerta e gestione delle calamità naturali attraverso la formazione dei comitati locali di gestione del rischio climatico e azioni di sensibilizzazione comunitaria. Tutto il lavoro in ambito agricolo è incentrato sulla promozione di tecniche e pratiche agricole sostenibili, agricoltura di conservazione e resiliente ai cambiamenti climatici. Ciò consente di migliorare la produzione e la produttività, accrescere la disponibilità di cibo e conservare meglio le risorse naturali, tra cui l’acqua e i terreni.
Le storia di successo di queste e altre iniziative simili in America latina e Africa è pronta a ispirare nuovi orizzonti di resilienza e collaborazione, nella costruzione di comunità e territori più forti e preparati.
Se una importante parte del lavoro del CISP si concentra nell’immediata risposta salvavita ai disastri climatici, un’altra parte cruciale è l’impegno per costruire un futuro più sicuro e sostenibile. Attraverso una strategia integrata il CISP non solo protegge le vite umane nel presente, ma educa e prepara le nuove generazioni a gestire le varie componenti del rischio: dalla comprensione delle cause fino ai modelli per una risposta efficace ed efficiente; dalla progettazione di sistemi di coordinamento e collaborazione al coinvolgimento di tutti gli attori, pubblico, privato e società civile.
A questo si unisce, naturalmente, la componente di educazione affinché si impari a rispettare e custodire il pianeta, a conoscerlo, a capirlo, a conviverci nel modo più sano e funzionale. Il coinvolgimento attivo delle comunità, il recupero delle conoscenze ancestrali, e la promozione di pratiche sostenibili sono infatti alla base di una convivenza armoniosa con l'ambiente, di cui il CISP è profondo promotore. La sensibilizzazione sulla gestione del rischio e la trasmissione delle informazioni e delle conoscenze contribuiscono perciò a plasmare un futuro in cui le comunità siano pronte ad affrontare le sfide ambientali con una forza collettiva e solida.