Il 19 giugno a Roma, nella Sala della Protomoteca dei Musei Capitolini, sarà presentata la diciannovesima edizione dell’Osservatorio sulle Migrazioni a Roma e nel Lazio, alla cui stesura ha partecipato anche il CISP, con un capitolo dal titolo: L’inclusione delle persone afghane nel Lazio: stato dell’arte, nodi critici e opportunità. Il testo nasce dalla recente esperienza del progetto La terra degli ARII: gli Afghani e la Rete degli Interventi Inclusivi che ci ha dato l’opportunità di alimentare un vivace dibattito con esperte/i, operatrici/ori, responsabili di servizi, rappresentanti di oltre 30 enti territoriali e, naturalmente, le stesse persone afghane basate sul territorio.
Nel testo abbiamo sviluppato un processo di riflessione operativa partecipata sulle maggiori sfide, le lezioni apprese, la condivisione di casi riguardanti persone specifiche, problemi e possibili soluzioni relative all’inclusione delle persone afghane nel Lazio. Dal progetto è perciò scaturito un documento pubblico a disposizione di tutti gli attori territoriali e la cui sintesi è inserita, appunto, nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio.
Il lavoro del CISP su protezione e diritti
“Tutelare i gruppi e le persone vulnerabili per ottenere uguali opportunità per tutte e tutti e garantire il diritto all'assistenza umanitaria nelle situazioni di crisi” è uno dei pilastri del nostro lavoro per lo sviluppo dei popoli. È in questo contesto che si inserisce anche la recente azione sul territorio di Roma e del Lazio con le persone afgane, per lo più rifugiati arrivati a seguito della crisi politico-militare dell’agosto 2021.
Il lavoro deriva dall’intenzione di contribuire a quel contesto favorevole ad una società più plurale e arricchita dalle diversità. È un lavoro che portiamo avanti ogni giorno negli oltre 30 paesi del mondo in cui operiamo.
In Italia promuoviamo iniziative di sostegno ed erogazione di servizi come appunto quel del progetto La terra degli ARII, che ha offerto corsi di lingua italiana, laboratori formativi e di orientamento ai mestieri e alla ricerca del lavoro, assistenza psicologica, legale e sanitaria ad oltre 90 persone.
Lavorando con le/gli afghane/i abbiamo capito l’importanza di far conoscere i servizi e le norme, perché le persone possano capire come rispettare le regole e come affermare i propri diritti. Per questo abbiamo costruito il sito infomigranti.org che fornisce informazioni utili su lavoro, salute, studio e per avere i documenti in regola.
Abbiamo scelto di agire in rete con tutte le istituzioni e gli enti del privato sociale del settore, perché crediamo che aggiornarsi, non sovrapporsi, e coordinarsi ci permetta di essere più efficaci nelle risposte ai bisogni di ogni individuo. È un approccio valido e di successo che applichiamo anche in molti altri paesi, come ad esempio in Mali o in Ecuador.
Sappiamo bene che le migrazioni sono una costante della storia umana, anche se troppo spesso sono percepite come un fenomeno recente, emergenziale. Comportano rischi e opportunità per le comunità d’origine e per quelle di destinazione, ma soprattutto per le persone che si spostano all’interno del proprio paese, verso un paese confinante o in un altro continente, specie se non possono farlo in sicurezza attraverso canali legali.
Inseriamo il nostro impegno in quel margine (a volte ampio, a volte strettissimo) fra le minacce e i rischi di esclusione e le opportunità di realizzare percorsi d'inclusione per l’autonomia delle persone migranti, richiedenti asilo e rifugiate.
Allo stesso modo, ad esempio nei paesi europei, ci impegniamo per sviluppare azioni di educazione alla cittadinanza globale che includano l’attenzione alla grande sfida delle migrazioni nei percorsi di apprendimento, nelle scuole e nelle aggregazioni giovanili, come stiamo facendo nel nuovo progetto GET – It’s Global Education Time –, perché è tempo di educazione globale, dai programmi scolastici alle azioni giovanili, e di una visione globale dentro e fuori le aule scolastiche.